di Guido Di Stefano
I grandi (in qualunque campo abbiano manifestato la loro somiglianza al Creatore) meritano eterno e universale rispetto e memoria: sono cittadini del mondo, sono degni rappresentanti dell’umanità.
Citeremo velocemente due russi (ed europei), e tramite loro vogliamo rendere omaggio a tutti i veri grandi di ogni epoca, razza e cultura e nel contempo esprimere il nostro disappunto per tutti i megalomani che si auto-lodano come grandi e i loro derivati (pensieri, parole, opere, omissioni e consorterie sostenitrici).
Ci riferiamo a Lev Tolstoj e la sua somma creazione “Guerra e pace”; ci riferiamo a Fedor Dostoevskij e il suo capolavoro “Delitto e castigo”: entrambi russi, entrambi grandi rappresentanti della razza umana, non etichettabili semplicisticamente e acriticamente come “orientali” perché furono – sono – saranno cittadini del mondo.
L’uomo e l’ambiente che lo circonda è al centro delle loro opere, con “diversi” approfondimenti della complessità dell’essere umano da parte dei due autori.
Tolstoj si muove nei flutti di filosofia e storia, scienza e metafisica, passione e dramma. Niente è così grande da non poter essere da lui abbracciato e niente è così piccolo da non poter essere visto.
Dostoevskij si cimenta negli imperscrutabili e tormentati meandri della vita e dell’essere. Con passione e con coraggio vola dall’esistenzialismo alla religione; il suo anelito, quasi maniacale, è la salvezza da raggiungersi (o raggiungibile) solo percorrendo il doloroso cammino della sofferenza.
Eroi ed eroine dei due “grandi” sono esseri umani con le loro meraviglie e le loro miserie. E soprattutto no demonizzano gli “altri”.
Al centro del loro universo (reale e letterario) c’è l’essere umano, questa piccola creatura la cui grandezza trae origine ed è confinata dalla grandezza di Dio.
Volgeva al termine il XIX secolo (nell’insieme molto dignitoso) quando l’Altissimo ci mandò, tramite i due scrittori, un ulteriore messaggio del “Creator suo Spirito” .
Vediamo ora il XXI secolo avanzare minaccioso e zoppicante (“sciancato” sarebbe il termine siciliano esatto): ci ha portato una diversa “scuola” di autori. Per lo più sono concentrati nell’occidente. E troppi sono spietati demoni sempre intenti a demonizzare chi li contrasta o semplicemente osa invitarli alla “ragione”.
Gli autori odierni recitano testi (o copioni) di dubbia paternità, aventi per oggetto “guerra e pace” e “delitto e castigo”. Pubblico pagante è il genere umano e “in primis” tutti gli occidentali euro-atlantici : avanti sono le italiche genti con i primissimi posti occupati dai Siciliani.
Applauditi da una “ben nutrita” claque quotidianamente ci fanno vivere (non leggere soltanto) i due celebri romanzi, riscritti da ogni presunto nuovo “autore” secondo0 prospettive diametralmente opposte a quelle umane dei due sommi.
Non è più l’essere umano la finalità del dire, del fare, del vivere. Forse non lo sanno neppure dove sta correndo questo secolo e neppure se lo chiedono, tanto abbagliante è il loro autocompiacimento. Suonano le trombe, urlano, sbraitano, mentono: morte, dolore, fame, schiavitù, odio, tenebre incombono e loro ridono.
Seminano una guerra dopo l’altra e in pratica ci prospettano solamente la pace eterna o in subordine quella del deserto in cui sarà ridotto il mondo. Abbiamo avuto parziali notizie delle guerre generate e in corso nei continenti antichissimo e antico e di altre “abortite”. E la pace? Quale? Quella eterna senz’altro per tutti; quella terrena forse agli ubbidienti, ma non incondizionata.
Denunciano come delitto ogni azione degli “altri” e minacciano per ognuno l’appropriato apocalittico castigo.
Quando si tratta degli altri tutto quello che non va o non piace è denunciato e perseguito come esecrando crimine; quando (per la durata temporale dei “rapporti”) sono coinvolti gli alleati, i partners (o soci), gli amici e i rispettosi (“adulatori”), allora è il momento della riflessione e della ponderazione perché chi è al potere o lo sostiene è ammantato dalla luce della giustizia, che tutti i prediletti assolve e purifica.
In ogni caso se deve scattare immediatamente un castigo è giusto e sacrosanto che lo paghino i sudditi specie quelli non plaudenti.
Tanto per fare un esempio: sembra che solo ora si sia scoperto che lo stato italiano paga ogni anno 3 miliardi di Euro a certi banchieri per “derivati” sbagliati (altri stati amici hanno quelli giusti), già dal 2011 e sotto ben tre governi diversi. Gli autori dell’errore hanno pagato e/o sono stati rimossi? Non sembra proprio; e nei loro ambienti è stupefacente la solerzia attivata per il soddisfacimento di quest’onere che depaupera i poveri sudditi. Forse vanno a finire in questo pozzo torbido i miliardi ripetutamente sottratti ai colonizzati Siciliani?
E sempre sostando nel campo degli errori (o delitti) citiamo un commento indiretto: l’OCSE ha raccomandato agli stati dell’ Oriente di non commettere il madornale errore (orgoglio e vanto dei nostri contemporanei scrittori) di non imbarcarsi nella perigliosa avventura della creazione di una moneta unica orientale.
Dove sta la verità?
E l’essere umano?
Ci auguriamo che nessuno perda la memoria; che tutti siano capaci di capire quello che leggono, quello che scrivono, quello che dicono, quello che sentono, quello che vedono, quello che fanno e quello che “subiscono”; che tutti siano in condizione di potere sperare e sognare: diversamente sarebbe la fine e il nostro “mondo” cederebbe il posto all’inferno in terra.